|it| Scienza

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Gruppo di matematici e astronomi nella Scuola di Atene di Raffaello

 

La scienza è un sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con ragionamenti e esperimenti logici condotti a partire da un insieme di assiomi,[1][2] tipici delle discipline formali. Uno dei primi esempi del loro utilizzo lo si può trovare negli Elementi di Euclide,[3] mentre il metodo sperimentale, tipico della scienza moderna, venne introdotto da Galileo Galilei,[4] e prevede di controllare continuamente che le osservazioni sperimentali siano coerenti con le ipotesi e i ragionamenti svolti.

Il suo obiettivo è di pervenire a una descrizione verosimile, con carattere predittivo, della realtà e delle leggi che regolano l’apparenza dei fenomeni.

Origine e significato del termine

 

Galileo Galilei e Vincenzo Viviani (dipinto di Tito Lessi)

La parola “scienza” deriva dal latino scientia, che significa conoscenza, da ”scio”: ”io so”. Questa parola (e la sua origine latina) aveva lo stesso tipo di significato dato alla filosofia, nel senso più ampio del termine,[11] ovvero qualsiasi sistematica o esatta formulazione della conoscenza. Sebbene la filosofia, non essendo possesso integrale della verità, non era ritenuta una scienza “totale”.[12] La definizione di scienza non si limitava alle cosiddette “scienze naturali”, ma comprendeva anche, ad esempio, quelle chiamate “scienze morali”; questi due indirizzi si riflettevano nella distinzione tra “filosofia naturale” e “filosofia morale”.

Nell’antica Grecia il termine corrispondente a quello odierno di «scienza» era episteme,[13] che indicava un sapere stabilito su fondamenta certe, al di sopra di ogni possibilità di dubbio,[13] al quale era conferito un valore sacro, che consentiva di acquisire la saggezza e la sapienza.[11]

A partire dall’illuminismo e dal positivismo, la scienza ha perso il suo carattere sacro,[14] passando a indicare, nel senso stretto del termine, tutte quelle discipline che chiamiamo “scienze naturali” e che dovrebbero portare ad acquisizioni concettuali che risultano essere determinabili e direttamente verificabili per mezzo di appositi esperimenti empirici.[15] Nel Novecento, con la cosiddetta «crisi dei fondamenti»[16] e l’introduzione del paradigma falsificazionista di Karl Popper, la scienza ha rinunciato infine anche ad affermare l’assoluta verità delle proprie affermazioni, approdando alla congetturalità del (non) sapere.[16]

 

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