|it| Spalato-Split

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Spalato – Bandiera

Spalato – Bandiera

 

Spalato – Stemma

Spalato – Stemma

 

Spalato – Veduta

Spalato – Veduta

 

Spalato (AFI: /ˈspalato/[1]; in croato: Split) è la seconda città della Croazia, capoluogo della regione spalatino-dalmata, principale centro della Dalmazia, avente 178.192 abitanti (2011). Sede universitaria e dell’arcidiocesi di Spalato-Macarsca, la città dalmata sorge su una penisola che si trova tra la parte orientale della baia dei Castelli e il canale di Spalato, tratto di mare Adriatico che si trova tra le isole di Bua, Zirona Grande e Solta.

Fu fondata come colonia greca di Issa (la moderna Lissa), a sua volta colonia della città siciliana di Siracusa, a sua volta colonia di Corinto, con il nome di Aspálathos (Aσπάλαθος) oppure Spálathos (Σπάλαθος), intorno al III-II secolo a.C. Nel 293 d.C. l’imperatore romano Diocleziano, il cui dominato durò dal 284 d.C. al 305 d.C., decise di iniziare la costruzione del Palazzo di Diocleziano, che fu situato di fronte al mare vicino alla città di Salona nel municipium di Spalatum venendo costruito dal 295 al 304 d.C. Spàlato rimase poi per diversi secoli nell’Impero bizantino, nel quale la città riuscì ad avere una certa importanza. Successivamente Spàlato entrò nel Regno di Croazia e Dalmazia, per poi passare al Regno d’Ungheria, nel contesto del quale la città mantenne la sua autonomia comunale.

 

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peristilio del palazzo di diocleziano a spalato

 

La Repubblica di Venezia prese completamente possesso di Spàlato nel 1420, che entrò ufficialmente nello Stato da Mar, cioè nei domini marittimi della repubblica veneziana rimanendoci fino al 1797, lasciando in eredità numerose vestigia, sia culturali che architettoniche. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia che avvenne nel 1797 per mano di Napoleone, Spàlato, secondo il trattato di Campoformio, passò all’Impero austriaco, che la tenne fino al 1806, quando con la pace di Presburgo la cedette al Regno d’Italia napoleonico, rimandoci fino al 1809. Spàlato entrò a far parte delle Province Illiriche, rimanendoci dal 1809 al 1813. Con il Congresso di Vienna, nel 1814, Spàlato fu ceduta all’Impero austro-ungarico entrando a far parte del Regno di Dalmazia, territorio sotto il dominio diretto della corona austriaca, rimanendoci fino al termine della prima guerra mondiale (1918).

A partire da quest’ultimo evento iniziò l’esodo di una parte consistente degli italiani e degli italofoni della Dalmazia, tra cui gli spalatini italiani, verso Zara e Lagosta, che vennero invece annesse al Regno d’Italia, e verso l’Italia stessa. Nell’aprile del 1941, dopo l’invasione della Jugoslavia, Spàlato fu occupata dall’esercito italiano venendo poi annessa assieme a Càttaro al nuovo Governatorato della Dalmazia nella provincia italiana di Spalato, che oltre alla città comprendeva le limitrofe Traù e Sebenico, insieme alle isole Lissa, Curzola, Cazza, Lagosta, Pelagosa e Meleda. Dopo la seconda guerra mondiale Spàlato entrò a far parte della Repubblica Socialista di Croazia, repubblica costitutiva della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

Durante il periodo socialista la città sperimentò un cospicuo boom economico e demografico, con la fondazione di decine di nuove fabbriche e aziende. Dalla dissoluzione della Jugoslavia, che è iniziata nel giugno 1991, Spàlato fa parte della Croazia indipendente. Tra le conseguenze, ci fu un timido risveglio della coscienza etnica dei dalmati italiani presenti a Spàlato e nel resto della Dalmazia. Spàlato è celebre per il Palazzo di Diocleziano, la porta Aurea e la Cattedrale di San Doimo con il suo campanile. Sono notevoli le rovine romane dell’acquedotto di Diocleziano. Il complesso storico di Spalato con il Palazzo di Diocleziano è inserito nella lista dell’UNESCO.

 

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