|it| Càttaro-Kotor

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Càttaro – Bandiera

Càttaro – Bandiera

 

 

Càttaro – Veduta

Càttaro – Veduta

 

Càttaro[1][2][3][4][5] (in serbocroato: Kotor / Котор; in veneto: Càtaro; in latino medievale: Catharus) è una città e comune del Montenegro, situata nella Dalmazia meridionale sulla costa adriatica.

Tra il 1420 e il 1797 Cattaro e la regione circostante appartennero alla Repubblica di Venezia, e l’influenza veneta è ancor oggi visibile nell’architettura della città. L’antica città marittima di Cattaro, circondata da un’imponente cinta muraria, è ancora ben conservata ed è inclusa nella lista dei Patrimoni dell’umanità protetti dall’UNESCO. È stata rilevante da un punto di vista storico la presenza, a Cattaro, di una comunità di dalmati italiani tant’è che la zona, durante la sua appartenenza alla Repubblica di Venezia, era chiamata Albania Veneta.

La città si specchia nelle Bocche di Cattaro, un’articolata serie di profondi bacini perfettamente riparati dal mare aperto, che costituiscono il più grande porto naturale del mar Adriatico e che ricordano vagamente, per il loro profilo frastagliato, i fiordi norvegesi. Le Bocche di Cattaro, assieme a Cattaro stessa, garantiscono alla regione un afflusso turistico in costante aumento. Alle loro spalle sono presenti le Alpi Dinariche, catena montuosa che si sviluppa dal Carso italiano al Kosovo.

 

La presenza autoctona di italiani

 

Secondo il linguista Matteo Bartoli, all’inizio delle guerre napoleoniche (1803), l’italiano era l’idioma parlato come prima lingua da circa il 33% della popolazione dalmata[17][18]. Agli inizi dell’800 la popolazione di Cattaro utilizzava principalmente la lingua italiana.[19] Secondo il censimento austriaco del 1865 la percentuale dei dalmati italiani raggiungeva il 12,5% del totale nella regione.[20]

Nel 1880 nella città di Cattaro, escluse quindi le frazioni, vivevano 2949 persone[21], delle quali circa 700 erano italiane (oltre il 20%).[22] La percentuale è maggiore se non viene tenuta in considerazione la minoranza tedesca (non autoctona) presente allora in città. Nelle altre località del comune di Cattaro l’elemento italiano era pressoché assente.

La ripartizione linguistica più recente di Cattaro, stando ai censimenti asburgici, che notoriamente tendevano a sottostimate l’elemento italiano, temendo le rivendicazioni irredentiste, è stata la seguente[23]:

  • 1890: italiana 623 (18,7%), serbo-croata 1.349 (40,5%), tedesca 320 (9,6%), altre 598: totale 3.329
  • 1900: italiana 338 (11,2%), serbo-croata 1.498 (49,6%), tedesca 193 (6,4%), altre 95: totale 3.021
  • 1910: italiana 257 (8%), serbo-croata 1.489 (46,8%), tedesca 152 (4,8%), altre 73, stranieri 1.207: totale 3.178.

Era quindi una presenza cospicua, la cui popolazione raggiunse, tra il 1941 e il 1943, durante l’esistenza della provincia italiana di Cattaro, le 300 unità[24]. La presenza italiana è scomparsa quasi completamente dopo la seconda guerra mondiale in seguito all’esodo giuliano dalmata.

La comunità di dalmati italiani, denominata ufficialmente Comunità degli Italiani del Montenegro con sede proprio a Cattaro, si è costituita nel 2004 e dovrebbe contare circa 500 persone iscritte nel territorio bocchese (dato del 2009)[25]. Dallo stesso anno, sempre a Cattaro, è presente la Società Dante Alighieri. Il censimento del 2011 ha riscontrato la presenza di 31 italiani (cattarini), pari allo 0,14% della popolazione[26]. Dal punto di vista linguistico il dialetto veneto coloniale, ovvero l’idioma parlato nei domini marittimi veneziani, che erano chiamati Stato da Mar, sta gradualmente regredendo in favore dell’italiano.

 

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